Food: quando ricchezza chiama sicurezza. La parola a chi conosce il settore alimentare

L’alimentare è la spina dorsale dell’economia italiana. Vale oltre il 4% del PIL, conta più di 1,2 milioni di addetti ed è prima nel mondo per certificati DOP e IGP. Con questi numeri il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia, per un valore di 580 miliardi di euro nel 2022. 

A dirlo è Coldiretti. 

Tuttavia il settore è afflitto da problemi di natura logistica.

L’intera filiera dell’agroalimentare, dalla produzione agricola all’industria di trasformazione sino alla grande distribuzione, soffre una gestione spesso poco trasparente in alcune fasi. Come la scarsa visibilità che si manifesta con un vuoto di informazioni relativo allo stato delle merci in viaggio, problema che per i prodotti freschi come frutta, verdura, carne diventa uno dei principali nodi da sciogliere. Per ben tre motivi. 

Umberto Torello – Amministratore Unico DIF Network / Presidente della Sezione di Specializzazione Trasporti Alimentari Anita e Transfrigoroute Italia – spiega che “una logistica alimentare inefficiente può comportare un aumento dei costi, ritardi nella produzione e soprattutto il deterioramento delle merci vanificando tutto il lavoro della filiera. Migliorare la sicurezza alimentare si può e si deve fare, è la missione che DIF ha preso in carico. Abbiamo intenzione, insieme ai preziosi affiliati, di aiutare le aziende alimentari a migliorare l’efficienza e servire meglio i loro clienti”.

Ma le ambizioni di DIF Network non si fermano certo alla garanzia di tutela promessa al produttore. “DIF in quanto anello di congiunzione tra produttore e consumatore si prende la responsabilità di prelevare e consegnare un prodotto che rispetti le caratteristiche che il produttore ha voluto conferire al prodotto e la salute del consumatore. Senza sottovalutare il gusto”.

Le parole di Umberto Torello trovano conferma nelle tre regole d’oro che si è posto DIF Network:

SÌ alla temperatura controllata

Per i generi alimentari soggetti ad alterazione delle caratteristiche organolettiche originarie e caratterizzanti, anche quando non previsto dall’ATP. DIF aderisce spontaneamente alle raccomandazioni per il trasporto e la conservazione degli alimenti termosensibili raccolte dal CTS di OITAF in un Documento Scientifico.

NO alla promiscuità dei carichi

Pratica frequente nella logistica dove si tende ad associare produzione alimentare e merce non-food con conseguente rischio di contaminazione. Nell’interesse del produttore e del consumatore i veicoli DIF trasportano esclusivamente generi alimentari che non vengono mai a contatto con merci di altra tipologia.

PIÙ trasparenza delle fasi logistiche

Grazie alla tecnologia EDI (Electronic Data Interchange) tutte le informazioni prodotte nella catena logistica godono di massima visibilità e chiarezza informativa. DIF sostiene la necessità di rendere trasparenti tutti i passaggi della supply chain, informazioni cruciali per garantire sicurezza e genuinità del prodotto al consumatore.

“Comprendere le esigenze del settore alimentare significa comprendere il valore che ha nell’economia. Non solo. Un’organizzazione di questo tipo lavora per una logistica rispettosa dell’ambiente e conforme alle normative”.

Perché? È presto detto. DIF si ispira alla logistica collaborativa: condivide mezzi, piattaforme, tecnologia e 3 hub posizionati a Piacenza, Bologna e Caserta che rendono le operazioni di condivisione più fluide.

Intervista presente sul Quaderno OITAf n. 10/2023.